World Global Network/Vyvo: dubbi, luci e ombre sull’azienda.
Quasi inaspettatamente, agli inizi del 2019, World Global Network ha annunciato il cambio nome dell’azienda.
Oggi, infatti, World Global Network è stata ribattezzata Vyvo.
Sul sito non sono state fornite ulteriori spiegazioni sul motivo del cambio.
Un po’ di storia.
La prima volta che sentii parlare di questa azienda, era il 2012. L’azienda allora si chiamava Wor(l)d – Global Mobile Network, e vendeva qualcosa come 8000 prodotti tramite shop online.
La loro focalizzazione era il mondo della telefonia mobile via internet.
In particolare, vendeva ciò che chiamavano SoftSim, che a detta loro avrebbe rivoluzionato il mondo della telefonia, e che consisteva in una sorta di Skype per soli cellulari.
I prodotti dello Shop erano poco appetibili, costosi e fuori mercato, al limite del ciarpame, in alcuni casi, e infatti il piano compensi si concentrava principalmente sul reclutamento di nuovi affiliati.
Successivamente, provarono a modificare l’offerta per attrarre nuovi distributori, ma non servì a molto.
Già allora il tutto sembrava un tentativo di riportare in vita il sistema “TelMe“, azienda guidata dallo stesso Ceo Fabio Galdi, di cui furono terminate le operazioni qualche anno prima, e che altro non era se non un sistema piramidale spacciato per Network Marketing, in cui gli unici clienti erano gli stessi distributori.
Sistema che in seguito venne chiuso, e i partecipanti che ne fecero richiesta, furono per fortuna rimborsati o compensati.
Il progetto TelMe, come Wor(l)d, non poteva essere definito una truffa a tutti gli effetti, sebbene condividessero molte caratteristiche da schema piramidale che creavano dubbi e perplessità, a partire dal piano compensi, troppo orientato ad attirare distributori più che a creare clienti fidelizzati.
Risultato?
Il fatturato dell’azienda iniziò a calare, e l’azienda finì nel dimenticatoio, almeno in Italia.
Nel 2016, Galdi ribattezzò l’azienda Wor(l)d International, che dopo qualche tempo tornò a chiamarsi Wor(l)d Global Network.
Nel 2017, il mercato e i prodotti nati attorno al mondo della telefonia mobile vennero definitivamente abbandonati, compreso il progetto della SoftSim, mai realmente partito, e l’azienda si lanciò nel mercato dei tracker per il fitness (per farti capire, sono quei braccialetti elettronici che misurano le pulsazioni del tuo cuore e altri parametri vitali), con un prodotto che chiamarono “Helo”, che comunicava via app anche con il tuo smartphone.
Fra le altre caratteristiche, questi braccialetti vennero pubblicizzati come in grado di tenere traccia dell’umore dei proprietari, oltre a misurarne frequenza cardiaca, pressione del sangue, ma anche glicemia e alcol assunto.
Alcune caratteristiche furono attivate con il tempo, altre non videro mai la luce.
Se sai leggere l’inglese, qui trovi alcune lamentele dei clienti sul prodotto.
In sintesi, le lamentele si concentrano sul fatto che si tratti di un prodotto che costa più di un Apple Watch, e fa un quarto di quello che farebbe un Apple Watch, di prezzo pari o inferiore.
Da cui il primo dubbio: se non ci fosse un network marketing dietro, il prodotto avrebbe realmente avuto mercato? Probabilmente no.
Ma veniamo ad oggi.
Le precedenti versioni di Helo sono state mandate in soffitta, e al suo posto è stata lanciata una linea di prodotti sotto il Brand Vyvo, che oggi da anche il nome all’azienda, oltre a una nuova linea di bracciali Helo, non più destinati al fitness, ma alla salute generale.
Non entro nel merito dei prodotti e dei dispositivi venduti, perchè le cose si fanno un po’ troppo ingarbugliate, e le schede di molti prodotti sono mancanti o poco dettagliate.
Ti basti sapere che la vendita di prodotti ha ceduto il posto alla vendita di abbonamenti, pacchetti di servizi che comprendono l’accesso mensile ad un loro servizio via Applicazioni per smartphone, e che danno diritto, a seconda dell’importo speso, anche a ricevere vari dispositivi legati alla tipologia di pacchetto scelta, fra cui i nuovi sensori biometrici della linea Helo, in attesa di brevetto, clinicamente testati e certificati come “dispositivi medici di classe 1”.
E qui cominciano le note dolenti.
Cosa non ci piace di Vyvo.
Lo starter kit Vyvo di avvio all’attività, fornisce un kit per il prelievo del DNA, che in teoria andrebbe spedito al laboratorio Xfinity Labs, per ottenere un profilo nutrizionale personalizzato sul tuo DNA, che ti consenta poi di attivare un abbonamento a una linea di integratori (sempre fornita da Vyvo, e chiamata SmartLife Nutra Paks), personalizzata in base alle tue esigenze, emerse dall’esame del DNA.
Xfinity Labs, laboratorio con false certificazioni?
Xfinity Labs, che dovrebbe essere in teoria un laboratorio esterno “imparziale”, in realtà è un laboratorio interno all’azienda, e fortemente legato alla stessa, come si può vedere dal sito ufficiale.
Lo stesso dominio del sito appartiene alla stessa Global Mobile Network, titolare di Vyvo.
Inoltre, sebbene il laboratorio risulti attivo e funzionante solo dal 2018, possiamo leggere nella loro pagina “ABOUT XFINITY LABS”:
“Il laboratorio all’avanguardia di Xfinity Labs nel cuore di Hong Kong, è accreditato CLIA e CAP.
[…]
La sede centrale si trova a Miami, in Florida. I dirigenti americani di Xfinity Labs hanno un track record di successo nel lancio di centinaia di dispositivi medicali avanzati in Cina, Sud-Est asiatico e India, fin dal 1997”.
A parte che appunto, l’esperienza fin dal 1997 è relativa ai dirigenti, e non al laboratorio in sé, come mai sul sito non sono visibili le certificazioni menzionate (CLIA e CAP)? Come mai non vi sono riferimenti alla licenza operativa che ogni laboratorio dovrebbe possedere?
Di solito sono licenze e certificazioni di cui si dovrebbero mostrare i loghi e riportare i link sul sito ufficiale (sono motivo di vanto, ma anche di trasparenza, come ad esempio ci mostra questo laboratorio)
Ho provato a cercare sul sito ufficiale CAP (College of American Pathologists) se il laboratorio fosse menzionato, ma non risulta fra i laboratori accreditati:
Visto che la sede centrale si trova a Miami, in Florida, ho cercato tra i laboratori accreditati in quello Stato, ma anche lì non risulta nulla. E la sede centrale risulta la stessa di Vyvo.
Puoi fare tu stesso la prova, cliccando qui, E poi cliccando sul link “Search for a specific laboratory or biorepository.”, che ti porta a questa pagina, dove puoi appunto cercare i laboratori accreditati.
Non sono riuscito a fare la stessa ricerca sul sito CLIA, ma anche in questo caso, restiamo a disposizione dell’azienda, qualora voglia fornirci copia dei due certificati.
Ho provato a cercare un recapito telefonico del laboratorio, un indirizzo postale o una mail, ma anche qui, senza successo.
Il comitato scientifico.
Andando poi a vedere nella pagina dell’Advisory Board del laboratorio, troviamo l’ex atleta olimpico (Germania 1972) Jorge Van Balen. E fin qui, nulla da dire.
Ciò che mi stupisce è il secondo nome della lista: Anchulee Phetcharat che, apprendiamo da questo articolo chiamarsi in realtà “Anchulee Teerawongphaisan”.
E’ tenente colonnello ed ex portavoce della reale polizia thailandese, medico psichiatra e conduttrice televisiva, nota come Doctor Air.
Ha anche una pagina dedicata, su Wikipedia, e una pagina Fan ufficiale, su Facebook.
Non risulta ufficialmente legata a questo laboratorio, ma tutto può essere, anche se la descrizione che ne viene fornita sul sito, non corrisponde al curriculum di Doctor Air.
Potrebbe trattarsi di due persone diverse, nonostante la foto sia chiaramente la stessa visibile nell’articolo? Solo l’azienda può dircelo.
- Diego Monzón Fuentes, invece, risulta lavorare da giugno 2018 con la Advanced Genomic Solutions, laboratorio di Singapore, che da Hong Kong dista 2600 chilometri.
- Cydney A. Whitmoyer, dal canto suo, risulta Presidente della Parkside Beverage, con sede a Leesport, nello Stato della Pennsylvania.
- Discorso simile per Ersilia Barbarulo, che su LinkedIn risulta lavorare come commerciale alla Tulip Food Company Italiana.
Possiamo pensare che siano effettivamente tutti consulenti esterni, cosa che capita, ma allora chi dirige e lavora in questo Xfinity Labs? Mistero.
Anche l’ubicazione del laboratorio risulta, al momento, misteriosa.
In soldoni, al momento, Xfinity Labs sembra essere solo un Brand.
Quegli adesivi magici BioZen.
Ultimo, ma non ultimo, il problema degli adesivi “magici” Biozen, che dovrebbero proteggere il cervello dagli effetti cancerogeni dei campi elettromagnetici emessi dagli smartphone.
Di cosa si tratta? Di adesivi contenenti, pare, un microchip, del costo di 240 euro, per 5 adesivi (anzi, 4 più uno GRATIS, ci tengono a dirti). Da applicare su Smartphone, Tablet, pc portatili, pc fissi, router e trasformatori elettrici.
Da quanto scritto sul sito, pare si tratti di adesivi dagli effetti “scientificamente dimostrati”, di “tecnologia certificata”, ma non esistono studi o ricerche a riguardo, né documenti sul loro sito che lo dimostrino.
Peccato che chi ne mastichi, di questi argomenti, potrebbe facilmente dimostrare come sia fisicamente impossibile che un chip montato tramite adesivo all’esterno dell’apparecchio, possa davvero funzionare nel ridurre le emissioni tal punto da giustificare un investimento del genere.
Anzi, dai test caricati sul canale ufficiale, si nota come il chip adesivo influisca al massimo per un 10% sull’effettiva emissione, differenza che potrebbe essere semplicemente data da variazioni naturali, dovute all’operatore, alla misurazione dell’operatore, o all’apparecchio di misurazione.
La decantata dicitura “dispositivo medico di classe 1”.
Altra cosa interessante, che ho scoperto leggendo tra i vari siti ufficiali, è il discorso relativo al loro vantarsi di vendere “dispositivi medici di classe 1“.
Sono andato sul sito del ministero della salute, ed ho cercato la classificazione di questi dispositivi medici.
Ecco cosa ne è venuto fuori (puoi fare la ricerca anche tu, usando i riferimenti che leggerai, da qui).
- Il Biozen, identificativo BD/RDM 1657874, è registrato come “V9099 – DISPOSITIVI NON COMPRESI NELLE CLASSI PRECEDENTI – ALTRI“. Ovvero, la stessa classe riservata a bastoncini cotonati per prelievo, estrattori per lame, gel lubrificanti e pinze stringitubo monouso..
- L’Helo Extense, che dovrebbe essere un dispositivo elettronico per la lettura della glicemia del sangue, identificativo BD/RDM 1719379, è registrato come “V9099 – DISPOSITIVI NON COMPRESI NELLE CLASSI PRECEDENTI – ALTRI“. Esattamente come bioZen.
- Esiste poi un terzo prodotto, registrato come Helo Pro, identificativo BD/RDM 1721246, che dovrebbe corrispondere al braccialetto Helo Lx+, ed anche questo è registrato come “V9099 – DISPOSITIVI NON COMPRESI NELLE CLASSI PRECEDENTI – ALTRI“. Esattamente come bioZen.
Quindi, di fatto, ci troviamo di fronte a roba venduta come dispositivo medico, a prezzi di centinaia di euro, che al ministero vengono considerati dispositivi medicali al pari di un tampone per prelievo o un gel lubrificante.
Va bene che il marketing è verità detta bene, ma qui abbiamo superato il limite della pubblicità ingannevole.
Altra cosa che non vi viene spiegata, è che la classe 1, quella di tutti i dispositivi Vyvo, accetta l’autocertificazione, ma in pratica nessun dispositivo medico con finalità di misurazione, diagnosi e cura può rientrare in classe 1.
Giusto per comprendere: un equivalente dell’Helo Extense, ovvero il glucometro da polso K’Watch Glukose, o un apparecchio simile in via di sviluppo alla Apple (sì, la stessa degli iPhone), rientrerebbero nella classe 3 per legge, poiché si tratta di prodotti che in caso di errore di misurazione, potrebbero danneggiare la salute del paziente (in questo caso, diabetico).
Non parliamo poi del fatto che Apple stia investendo milioni di dollari per realizzare il suo glucometro da polso, e non abbia ancora un prototipo funzionante; che l’azienda produttrice del K’Watch Glukose, abbia sviluppato addirittura un brevetto sul biosensore, e non sia ancora pronta al lancio sul mercato.
Quanto è credibile che Vyvo, invece, con un budget e risorse nettamente inferiori alla Apple, e senza ricorre ad un biosensore brevettabile o brevettato, sia riuscita in pochi anni a sviluppare e commercializzare il suo glucometro non invasivo, vendendolo come classe 1?
Diciamo che Vyvo sta eccessivamente scherzando con il fuoco, in Italia, soprattutto quando si tratta di monitorare le condizioni di salute dei pazienti diabetici.
In conclusione.
Non esistono online informazioni esaustive sull’azienda, o sui prodotti.
Le poche informazioni che si possono ricavare dai siti, non solo sono incomplete, ma lasciano perplessi, per la poca trasparenza e le eccessive promesse di marketing, non supportate da prove o test attendibili, a potenziale danno dei malati diabetici.
I continui cambi di nome non aiutano a dipanare i dubbi sull’azienda, che personalmente mi rendono perplesso dal 2012.
Ad oggi, nessun apparecchio elettronico o innovazione immessa sul mercato dalle aziende di Galdi, ha dato dimostrazione d funzionare davvero, Si è trattato di un fiasco dopo l’altro, e non in un solo settore.
Quindi credere che siano riusciti, partendo da zero, a sviluppare una tecnologia così avanzata, battendo sul tempo la Apple, è abbastanza arduo.
Inoltre, i nuovi siti si interfacciano continuamente con i vecchi, quindi ovunque è possibile riscontrare nuovi e vecchi loghi e nomi aziendali che si presentano al visitatore senza soluzione di continuità, come se i siti fossero tenuti insieme con lo spago, giusto per evitare di investire altro denaro in nuovi siti completi e funzionali.
Inoltre, le ultime notizie sull’azienda, che puoi leggere nelle ultime notizie che seguono, non lasciano molte speranze sulle condizioni di salute dell’azienda stessa.
Anche le condizioni di rimborso non rispettano quanto garantito dal Codice del Consumo.
Le loro politiche infatti contemplano il rimborso solo per prodotti ancora imballati e sigillati, e quindi solo in condizioni di essere rivenduti.
Inoltre specificano che non rimborserebbero i prodotti che dovessero risultare difettosi o danneggiati durante il trasporto.
Consiglio? Stanne lontano.
Ultime notizie su World Global Network
Ottobre 2018
- Chanida e Nat Puranaputra abbandonano World Global Network.
- Fabio Galdi commenta l’abbandono di World Global Network dei top distributori Nat e Chanida Puranaputra.
- World Global Network accusata di truffa da un ex top leader?
- World Global Network “licenzia” due Top Distributori.