Recensione Greenway Global: l’unico verde è quello dei soldi
Il problema di raccogliere le informazioni su Greenway Global è dovuto solo alla ricerca delle fonti, tutte in lingua originaria.
Trattandosi infatti di un’azienda russa, bisogna cercare le fonti direttamente con l’alfabeto cirillico.
Ma esistendo l’azienda da circa vent’anni, non è stato difficile trovare diverse prove a sostegno delle mie tesi.
Greenway Global: le certificazioni sono false.
I Promoter Greenway ti diranno che l’azienda in Russia vanta lo status di “ecologica”.
Ma in Russia òo status di azienda ecologica è autocertificata.
Non c’è nessun controllo da parte del governo.
E sappiamo bene come Putin se ne sbatta del green.
I Promoter Greenway ti diranno allora che i prodotti sono certificati come Green da un’azienda tedesca.
Questa è potenzialmente pubblicità ingannevole, e un uso abusivo di marchio.
Nonostante le ripetute richieste, e l’attività ventennale, Greenway non è mai stata in grado di fornire alcuna certificazione ecologica valida rilasciata da un ente indipendente.
Ho notato che Greenway usa il marchio “Angelo Blu” sui suoi prodotti, in particolare su alcuni panni sintetici molto costosi.
L'”Angelo Blu” è una prestigiosa certificazione ecologica tedesca, creata nel 1978, che valuta i prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.
Contattato l’ente certificatore “Angelo Blu”, ha confermato che Greenway non è certificata per usare questo marchio.
Quando interrogata, Greenway ha affermato che la certificazione “Angelo Blu” appartiene al produttore della scatola che contiene il prodotto, non al prodotto stesso.
Possiamo leggere infatti in un post dell’azienda:
“Abbiamo inviato una richiesta per un certificato e la società è attualmente sottoposta al processo di ricertificazione. Al ricevimento di un nuovo certificato Blue Angel, l’azienda produttrice ce lo fornirà. Inoltre, al momento, Greenway prevede di richiedere un certificato BLUE ANGEL. Una volta completata la certificazione, informeremo sicuramente i nostri partner”.
Questo non solo non dà a Greenway il diritto di usare il marchio sui suoi prodotti, ma configura una frode in commercio.
L’uso del marchio da parte di Greenway viola le regole esplicite dell’ente certificatore.
🤔 Perché Questo è un inganno?
Usando impropriamente il marchio “Angelo Blu”, Greenway induce i consumatori a credere che i suoi prodotti siano certificati ecologicamente da un ente prestigioso.
Di fatto, questa è la prima prova di come Greenway global stia facendo Greenwashing.
🔍 Cos’è il Greenwashing?
Il greenwashing è una pratica di marketing ingannevole in cui un’azienda si presenta come ecologica senza avere reali basi per farlo. È un modo per sfruttare la crescente consapevolezza ambientale dei consumatori, senza effettivamente impegnarsi in pratiche sostenibili.
Anche il Paese produttore, indicato come Giappone, è falso, ma di questo parleremo in un prossimo post.
Greenway Global stava già fallendo in patria.
L’azienda Greenway non è affatto una realtà innovativa o “emergente”.
I Promoter italiani di Greenway Global vi diranno che l’azienda ha origini Americane, Giapponesi, o peggio, Europee, per nascondere che si tratta di un’azienda Russa.
Che stava fallendo in madrepatria, e che quindi ha dovuto entrare in altri Paesi per non scomparire.
Ma essendo Russa, non poteva commerciare in Europa a causa delle sanzioni.
Quindi, è stata costretta ad acquisire aziende già in attività in Europa, proprio per aggirare le sanzioni.
Motivo per cui ha comprato aziende e Brand di scarsa qualità, solo per acquisirne la logistica in Europa.
Se andiamo a vedere i bilanci disponibili, Greenway in patria fatturava 1,5 miliardi di RUBLI.
Cioè, 15 milioni di euro.
Perdendo quasi il 40% del fatturato in un solo anno.
Voi potreste pensare che il calo fosse dovuto solo alle sanzioni.
In realtà, come si vede nel secondo grafico, in Russia dal 2022 in poi è proprio calato l’interesse per Greenway.
Perché?
- Perché si sono accorti che i marchi “eco” erano falsi.
- Perché si sono accorti che in Greenway, a fronte di fatturati importanti, si guadagna meno di qualunque altro network (ne parleremo in un prossimo post).
- Perché si sono accorti che i prodotti, provenienti dalla Cina, per nulla innovativi, potevano essere trovati ad un terzo del prezzo su Aliexpress (e anche di questo torneremo a parlare).
La fibra Greenway Global non così tanto esclusiva.
Se chiedi ad un qualunque Promoter Greenway Global cos’abbiano di speciale gli stracci Greenway, ti risponderanno “la fibra GreenFiber! Basata su una tecnologia brevettata giapponese, la UpPoly!”
In realtà, cercando nei vari database dei brevetti, non pare possibile risalire a nulla che sia collegabile come brevetto a UpPoly o a GreenFiber.
Sia UpPoly che GreenFiber sono due marchi registrati dal Presidente di Greenway Global Morgunov.
Nulla a che vedere con il Giappone.
Nessuna tecnologia.
Nessun brevetto.
Ma andiamo a vedere in cosa consisterebbe questa fibra esclusiva.
Ereditata dalla fallita Ecovita, madre di Greenway, ed avventura fallur di Morgunov, la GreenFiber non è altro che un tessuto costituito all’80% di poliestere, e al 20% di poliammide (il poliammide non è altro che il nylon).
E’ vero che la maggior parte dei produttori russi ed europei di attrezzature per la pulizia usano rispettivamente poliestere al 70% e poliammide al 30%, ma è anche vero che con un solo euro puoi acquistare 50 panni in microfibra.
Con Greenway, con 16 euro ne ricevi uno solo.
“Eh, ma lo puoi usare senza detergenti!”
Ti risponderanno.
“Bravo, coglione!”
dovresti ribattere.
Il consiglio di Greenway di usare il panno auto a secco, è pura follia.
La vernice delle auto è protetta da uno strato aggiuntivo di pochi micron di spessore, chiamato “trasparente”.
Con un panno a secco, il trasparente vien via, ed è il motivo per cui puoi notare sul cofano della tua auto tante piccole graffiature, dopo ogni lavaggio.
Ecco perché si ricorre ad esempio alle cere per auto, per le vetture più prestigiose.
Usare a secco un panno fatto di poliestere e poliammide, che sono abrasivi, è da cetrioli di mare veri.
In che Paese sono prodotti gli stracci Greenway Global?
Abbiamo capito che la “fibra giapponese” vantata da Greenway è tutta fuffa.
A questo punto ci siamo chiesti dove effettivamente venisse prodotta questa fibra.
Sulle confezioni leggiamo che è prodotta da un’azienda giapponese, la EGK, con sede in Giappone.
Ora, l’azienda non compare nemmeno tra quelle autorizzate dal Blue Angel ad usare il loro logo per le certificazioni green, come abbiamo già visto.
Quindi, cerchiamo la EGK sul registro della camera di commercio giapponese e…
Niente.
Non si trova nulla.
Per giunta, secondo le norme europee, il packaging deve recare il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del fabbricante.
Qui invece compare solo una sigla generica.
Questo pare confermare le voci che circolano online, ovvero che anche il produttore degli stracci magici sia cinese, come gli altri.
Greenway spaccia la produzione dei suoi articoli per americana, europea, giapponese, a seconda delle linee.
In realtà, essendo già famigerata in Russia, è ben nota l’origine dei suoi prodotti.
L’azienda giapponese è solo una scatola vuota, una copertura a tutti gli effetti. Si occupa solo del repackaging, ad uso e consumo dei boccaloni.
In Russia è cosa nota che tutto ciò che viene venduto come giapponese, è in realtà “made in China”.
E’ la stessa roba che puoi trovare su Temu, per intenderci.
Ad esempio, lo spazzolone Aquamatic MOP, venduto a quasi 90 euro in Italia, su Alibaba viene venduto a 3 dollari al pezzo.
Con 4 panni.
A dispetto del nome, non ha niente né di “aqua” (non ha il serbatoio come il mop della Swiffer), né di (auto)matic.
Si tratta solo di un bastone a cui attaccare lo straccio in microfibra.
Il bastone leader di mercato della Swiffer, ad esempio, costa 35 euro.
Ma a differenza della ciofeca Greenway, ha un serbatoio porta detersivo, ugelli spara-liquido automatici a batteria, e mezzo litro di detersivo incluso nel prezzo.
Ricordiamo inoltre che di naturale, negli stracci Greenway, c’è ben poco.
Si tratta di materiali plastici di origine sintetica, ricavati dal petrolio.
E nemmeno da materie prime riciclate.
Ma ritorniamo all’argomento.
Ed entriamo nel dettaglio.
- Aquamagic, Aquamatic e Biotrim sono prodotti in Cina.
- Baofiber ed Ecopam negli Stati Uniti.
- Profumi in Repubblica Ceca.
- IGen Body, Sharme, Balancer, TeaVitall, Healthberry a Novosibirsk, Russia.
- Sharme Essentials in Germania e Austria.
- Revitall a Tomsk, Russia.
Come potete capire, le produzioni europee provengono dalle linee produttive dei Brand comprati da Greenway in Europa.
Quello che non ti dicono, però, è che gli integratori vengono prodotti in Russia, nelle regioni di Novosibirsk e Tomsk.
Novosibirsk è una regione della Russia notoriamente inquinata.
Conosciuta come la Capitale della Siberia, è la terza città più grande della Russia.
Ed un polo industriale fra i più grandi.
Le acque del suo lago più grande, sono diventate famose come le “Maldive della Siberia”, ma non per la pulizia.
A causa dell’inquinamento di una centrale elettrica lì vicina, che scarica nel lago metalli pesanti, il lago è diventato non balneabile.
Perché è parecchio nota la scarsa attenzione di Putin per l’inquinamento.
Per citare un articolo che parla del problema:
Quasi ogni città russa ha una centrale nucleare o una zona industriale molto impattante.
Te ne accorgi. Spesso te ne accorgi perfino della neve, gli strati si stratificano come fossero rocce.
Si stratificano strati neri di emissioni, di inquinamento.
Poi la gestione delle scorie, spesso ci sono state perdite dalle centrali e, a volte, sono state tenute nascoste alla popolazione.
La normativa ambientale, se c’è, lascia molto a desiderare, è molto flessibile e facilmente aggirabile.
Non c’è la raccolta differenziata in quasi tutta la Russia.
Non c’è normativa sull’amianto perché per il governo non è pericoloso e, quindi, lo usano tutti.
Ti vanteresti con i tuoi clienti di vendere integratori prodotti a Taranto, a due passi dagli scarichi dell’Ilva?
Greenway Global è affermata nel mondo?
Come al solito noi italiani, quando ci vendono gli asini che volano, siamo i primi a spalancare le finestre.
Perfino negli Stati Uniti non se la fila nessuno.
Sui Social occidentali non ne parla nessuno.
Ottiene contatti solo dal facebook russo, ovvero VK.
Greenway Global e il bonus auto.
Questa storia che Greenway ha come Car Bonus i Mercedes, è stupida per tre motivi.
Primo: target.
Il Green è roba per ragazzi. Il Mercedes è l’auto di tuo padre.
Un’auto più in linea sarebbe stata la BMW, ma l’auto perfetta sarebbe stata un’altra, che ti dirò fra poco.
Secondo: coerenza.
Sei un’azienda che promette di salvare il mondo dai cattivi che inquinano.
E cosa inquina di più? La plastica. Che viene dal petrolio. Che bruci nella tua auto… aziendale.
Premio che hai ricevuto per aver promosso il Green.
Per giunta Mercedes non è famosa per i consumi.
È stupido.
L’auto perfetta, quindi, come premio aziendale sarebbe stata la Tesla.
E se avessero avuto ancora più coerenza?
Cioè, se fossero stati davvero interessati all’ambiente?
Niente auto, solo monopattini e biciclette.
Capisci perché dico che il Green è solo una scusa?
Terzo: Russia.
L’azienda è russa.
La Russia non è mai stata un esempio di rispetto del pianeta.
Anzi.
Avrebbe avuto più senso fondare l’azienda altrove.
Quindi…
Le scelte fatte fino ad ora dimostrano solo una cosa: a Greenway non frega un topoca**o di ambiente e salute.
Vogliono solo attirare i networker “da Mercedes”, ovvero i boomer.
Con la scusa del green, solo perché va di moda.
La considero una truffa?
No. Non conosco i prodotti e dalla presentazione, non ho notato segni evidenti di schema piramidale.
Però questa scarsa coerenza nei valori, è importante da tenere a mente.
Perché a lungo andare sarà l’ago della bilancia, superato il momentum, tra il diventare la prossima Herbalife, o la prossima Jeunesse.
Insomma, Greta Thumberg non approverebbe.
Per il resto, il piano marketing è ritagliato sul premiare il networker piccolo, anziché foraggiare il leader, e questa non la trovo una cattiva idea.
Il problema è che anche Snep era nata così.
E solo dopo si è visto come l’angioletto tenesse le corna.
Spero che Greenway corregga questa traiettoria che, ripeto, è un’incoerenza bella grande nella comunicazione.
Anche perché vedo che non sta attirando i classici Promoter di Ponzi, quindi ha una discreta potenzialità di lunga vita.
Avvelenata dal car bonus.
Quando pensi che tutti siano cretini tranne te…
Quello che non riescono a comprendere i fondatori di Greenway Global, che ovviamente non hanno a cuore per nulla l’ambiente, è che il greenwashing si vede.
Parlare di salvare il pianeta, quando regali ai tuoi leader Porsche e Mercedes…
Che non sono nemmeno elettriche o “ibride”…
Entrambe case al centro di scandali per aver taroccato al ribasso le emissioni inquinanti delle loro vetture…
La dice lunga su quale sia la reale “mission” aziendale.
E la gente se ne accorge.
Perché sconsiglio Greenway Global?
Olre a tutto quanto elencato sopra, il problema principale sono i prezzi.
Ad esempio:
-
Panno Chanteclair, leader di settore: 0,75 centesimi di euro.
-
Panno Greenway: 11 euro.
Greenway compra Jeunesse. Mossa giusta o sbagliata?
Io lo scrivo oggi, e fra qualche anno vedremo se avevo ragione io, o loro.
Partiamo da un punto.
Nel comunicato si legge che è Jeunesse ad essere entrata nella famiglia Greenway.
Quindi non c’è nessuna “partnership”.
E’ solo il modo tradizionale per comunicare che hanno comprato gli asset di Jeunesse Global.
Esattamente come accade con ViSalus per Pruvit.
Ma è una mossa giusta o sbagliata?
Giusta per “titillare” i leader, sbagliata perché l’azienda abbia realmente un peso sul mercato in futuro.
Partiamo dal target: il green è argomento di persuasione per i giovani.
Ma chi compra i prodotti per la casa in Italia, visto che i giovani faticano sempre più a metter su famiglia?
Esatto.
Le mamme e i papà.
Che però solitamente se ne battono la ciola del green.
La gente compra green solo se capisce che può risparmiare rispetto ai detersivi tradizionali.
Il green è la scusa di facciata, per non ammettere “compro roba economica perché siamo poveri”.
La gente compra green perché con i detersivi alla spina e i ricaricabili risparmia denaro.
Se fossero succo di amianto e petrolio, lo comprerebbero lo stesso.
Poca gente compra green solo per salvare il pianeta.
E fai attenzione, dico “compra green”, per ciò che ti spiegherò fra poco.
Chi pensa davvero green, gira in bicicletta, si fa l’orto in casa, e i detersivi li prepara fai da te, usando panni in microfibra che esistono sul mercato dagli anni ’70, e costano una frazione degli pseudo-prodotti innovativi greenway.
Quindi nessuno compra prodotti a prezzi fuori mercato come quelli di Greenway, solo per tutelare l’ambiente.
Il loro scopo è vendere “green” a prezzi premium, prodotti che esistono sul mercato da decenni, agli stessi che non li comprano perché negano il cambiamento climatico, per intenderci.
E che offendevano Greta Thunberg ad ogni apparizione.
(A proposito, avete visto che nessuno parla più di Greta? Sarà che del Green non frega più niente a nessuno?)
Il problema è che Greenway questo lo sa.
Fanno greenwashing (ambientalismo di sola facciata) senza provare neppure a nasconderlo.
E spacciano per “innovazione”, concetti vecchi di decenni.
Tant’è che riesce ad attirare solo i vecchi bavosi del network marketing, promettendogli Porsche (storicamente auto per uomini e donne con la crisi di mezz’età) e Mercedes (tipicamente auto da papà anziano che vuol dimostrare di essere diventato qualcuno nella vita).
I giovani Europei oggi comprano fiat e dacia, ma sognano Tesla o BMW.
Terza viene la Audi.
Non lo dico io, lo dice uno studio.
Tesla è l’auto dei sogni dei giovani Europei.
Non Porsche, non Mercedes.
E ribadisco, Greenway tutto questo lo sa bene.
Tant’è che invece di comprare altri marchi green, ha comprato prima Empireo Parfumes, poi DL Group e infine Jeunesse.
Marchi da sempre orientati alle ultra 40enni.
Che di green non avevano nemmeno i giardini davanti agli uffici.
Basta guardare la formulazione dei profumi Greenway, per accorgersi che sono pieni di allergeni, sostanze sintetiche e derivati del petrolio.
Quindi, l’operazione che sta facendo Greenway, piuttosto discutibile, è adottare un marketing di facciata basato sul green, ma con l’intenzione di attirare solo vecchie scorregge del settore.
Mi spiego meglio:
Cerca di attirare clienti giovani con i prodotti, mentre cerca di attirare collaboratori anziani con le promesse di guadagno.
Pensate che questa cosa possa funzionare?
Basandosi solo su reclutamento e autoconsumo, sì.
Ma il risultato sarà di fatturare il primo miliardo, solo da autoconsumo dei Promoter.
Quindi, funziona alla grande se vuoi farti stangare come schema piramidale.
Se invece cerchi clienti veri, tutto ciò è la ricetta più veloce per il fallimento.
Ed ecco perché sconsiglierò sempre vivamente Greenway Global.
Perché di Green, hanno solo il colore del logo.
C’è altro che volete sapere?