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Perché trovare l’azienda di network marketing PERFETTA ti renderà solo un networker fallito.

Una delle domande più intelligenti che potresti farmi da aspirante networker è senza dubbio:

“Come faccio a scegliere l’azienda migliore nel network marketing in Italia?”

O ancora:

“Come posso stabilire se l’azienda con cui ho firmato il contratto da distributore è quella perfetta, la più seria e che non chiuderà da un momento all’altro?”

Sono entrambe domande intelligenti ma, purtroppo del tutto sbagliate.

Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza. Devo dirti intanto che la compagnia perfetta per ogni networker non esiste.

In giro ti hanno sempre detto il contrario, che esiste l’azienda perfetta.

Ti hanno detto che l’azienda perfetta è stabile, solida, con un piano compensi da sogno e vende un prodotto fantastico.

Guarda caso, le persone che ti vogliono convincere della bontà di una compagnia rispetto a tutte le altre, sono sempre e comunque distributori di quella compagnia.

Che fortuna. Come quei religiosi che sono convinti che la loro religione sia la migliore di tutte le altre, o come i tifosi sportivi, convinti che la squadra che sostengono sia la migliore al mondo.

Il problema è che sarebbe come chiedere all’oste se il suo vino è più buono di quello dell’Osteria in fondo alla strada.

È ovvio che ti direbbe di sì, ma è altrettanto ovvio che non sarai mai di fronte ad un parere condiviso da tutti.

Lo stesso discorso vale per le compagnie di network marketing.

Per quanto tutti i distributori si sforzino senza sosta e in ogni loro conversazione, o post su Facebook, nel convincerti che la loro azienda sia la migliore esistente sul mercato, la realtà è una soltanto:

Non esiste, in assoluto, un’azienda di network marketing perfetta per tutti.

E, per dirla tutta, non esiste l’azienda di network marketing perfetta, a prescindere.

Le aziende sono fatte di persone. E se non esistono persone perfette, e se nessuno è perfetto, non possono esistere aziende perfette.

Quindi smettila di preoccuparti di aver scelto un’azienda imperfetta, se lo hai già fatto.

Ogni azienda di network marketing ha i suoi pro ed i suoi contro.

E la verità è che non ci interessa trovare l’azienda perfetta, ma quella che si adatti meglio alle tue esigenze. Come un guanto.

Se sei contento della compagnia con la quale collabori, va bene. Se ti paga senza ritardi, va bene.

Se non sei contento, cambiala. Se non sai quale scegliere, contattami, e ti aiuterò a sceglierne una.

Il punto che a noi interessa è questo:

La chiave del tuo successo non è la compagnia di network marketing per la quale lavori. La chiave è la tua capacità di promuoverla al meglio.

“Fare business senza pubblicità è come fare l’occhiolino a una ragazza nel buio. Tu sai cosa fai, ma non lo sa nessun altro”
(Stuart Henderson Britt)

Perché il tuo prodotto, la tua azienda o il suo piano compensi, sono inutili finché non trovi un modo per acquisire clienti e collaboratori in maniera continua.

  • Il denaro non è nel prodotto. È nella tua capacità di vendere il prodotto ai potenziali interessati ad acquistarlo.
  • Il denaro non è nella tua opportunità. È nella tua capacità di vendere tale opportunità ai potenziali collaboratori.

Con un sistema la cui unica variabile sei tu, e non la compagnia o il prodotto, potrai decidere di cambiare azienda in qualunque momento, e il sistema funzionerà comunque.

E potrai duplicarlo con la tua prima linea, senza rischiare di farvi concorrenza a vicenda.

Se vuoi iniziare a fare soldi (e a costruire nel frattempo anche la tua struttura), allora smettila di concentrarti sui prodotti che vendi e inizia a concentrarti su te stesso e sul tuo team.

Il network marketing si basa tutto sulle relazioni che potrai costruire con i tuoi contatti, con i tuoi distributori, con i tuoi clienti.

Perché le opportunità vanno e vengono, ma le relazioni che costruisci, durano per sempre.

Magari non sarà sempre facile, veloce o divertente, ma se l’obbiettivo fosse stato alla portata di tutti, tutti l’avrebbero raggiunto, o no?

Invece solo 1 networker su 100 riesce a diventare ricco, e solo altri 3 su 100 riescono a costruirsi una rendita dignitosa, grazie a questa opportunità.

Gli altri 96 su 100 sono solo “folla”. Carne da cannone.

Persone che entrano in questo settore con tanti sogni e speranze, che vengono masticate, spremute di ogni liquido vitale, e poi sputate.

Il principio di base che non puoi continuare a ignorare per sempre è:

“I networker ricchi si fanno pagare PRIMA di fornire il servizio o consegnare il prodotto”.

I networker poveri invece, si fanno pagare solo dopo, devono vendere con lo sconto, e a volte rimangono infinocchiati.

Come risultato, le persone povere cercano di pagare le fatture e le bollette di ieri con i soldi di domani e come conseguenza sono sempre proiettate nei debiti piuttosto che nel cercare di produrre un flusso di casa positivo da investire nella propria attività per espandersi.

Peggio ancora, i networker poveri, accettano di pagare con la propria carta di credito prodotti che non hanno ancora venduto, sperando di poter fare cassa per pagare poi il conto della carta di credito.

Ecco un ottimo modo per finire fuori dal mercato: spendere tutto nel prodotto e restare senza fondi da investire per pubblicizzarsi.

Come si fa a farsi pagare prima? Non esiste la bacchetta magica, ma esiste un processo. Si chiama “costruisci il tuo marchio distintivo personale”.

Richiede conoscenze, applicazione e dedizione.

E no, non esiste nessun “settore differente”. Il fatto che il networker medio sia ignorante e non sappia come fare, non significa che il suo settore sia diverso.

Quindi il tuo scopo sarà costruire un tuo marchio, ovvero farti un nome all’interno del tuo mercato, della tua comunità, nella tua città o paesino di provincia, per farti pagare in anticipo, mettere in sicurezza la tua attività, la tua vita e quella dei tuoi cari, e infine diventare ricco, o se va male, benestante.

La tua unica preoccupazione da oggi in avanti deve essere quella di creare un tuo marchio distintivo, ciò che comunemente viene chiamato BRAND.

Che non significa scegliere un nome e un logo. O pubblicare le immagini dei tuoi prodotti su Facebook o Instagram.

Significa piantare il tuo marchio personale nella testa delle persone che fanno parte del tuo mercato.
Se vendi integratori, tu devi diventare nella testa dei tuoi clienti:

  • “Caio, quella persona gentile che mi ha fatto stare meglio, e che ti consiglio”
  • “Tizia, la ragazza sempre disponibile che mi ha fatto dimagrire, e che ti consiglio”
  • “Sempronio, il professionista che mi ha aiutato a dimagrire, e che ti consiglio”.

La formula di queste tre frasi è semplice:

“Tu, che risolvi un problema al cliente, e lui che ti consiglia agli amici perché gli hai risolto un problema”.

Come vedi, in questa formula, non si parla né dell’azienda, né del tuo prodotto. Si parla di te, di una soluzione, della tua professionalità, del tuo cliente soddisfatto e, infine, del cliente soddisfatto che ti consiglia ai suoi amici.

Invece, come vengono presentati oggi i networker, su Facebook?

  • “Caio, il rompiscatole di Herbalife che mi vuole vendere le brodaglie fangose, ignoralo.
  • “Tizia, quella che pubblica sempre foto di se stssa stravaccata in piscina mentre mangia barrette di Juice Plus alla faccia mia, e che mi invita sempre a quei meeting di invasati”.
  • “Sempronio, il tipo di FM che mi vuole costringere a comprare i profumi tarocchi”.

Si, ho detto dei nomi di aziende reali, ma solo per farti capire come siamo percepiti. Non voglio esprimere nessun giudizio personale sulle singole aziende.

Il punto è che Herbalife non è un Brand. Amway non è un Brand. Sono solo aziende, non sono “marchi” reali.

Cosa significa Herbalife nella testa delle persone? Cosa ti risponde la gente se dici Amway?

Si, snlo aziende “famose” nel mondo. E legate al mondo del network marketing. Ma non sono marchi. Non sono sinonimo di qualcosa che la gente compra.

Il punto è: per cosa sono famose queste due aziende di network marketing? Se lo chiedessi ad una persona che non fa network marketing, ti risponderebbe accennando a schemi piramidali, truffe, beveroni. Ma questo non è avere un marchio.

  • Se ti dico Vileda, tu mi dici “mocio”.
  • Se ti dico Milka, tu mi rispondi “cioccolato al latte”.
  • Se ti dico Folletto ti viene in mente “l’aspirapolvere”.

Vedi? Il brand è un vero brand, e non un semplice nome o un semplice logo, quando è associabile ad un solo concetto, un solo prodotto o servizio, ben piantato nella testa del cliente.

Herbalife e Amway sono multinazionali americane, aziende di network marketing. Ma non saranno mai brand.

Non saranno mai sinonimo di qualcosa. Se non di “NON guadagno con il network marketing“.

Se vuoi creare un brand, se vuoi essere sinonimo di qualcosa, devi concentrarti sul presentare al mercato un prodotto, e dargli un nome, e presentarlo come la soluzione ad un problema.

E questo viene prima di arruolare qualunque distributore nella tua struttura.

Perché Organo Gold si è affermata più velocemente di DXN, pur vendendo prodotti simili?

Perché se ti dico Organo Gold, mi dici subito “caffè al fungo”. Se ti dico DXN, probabilmente non l’hai mai sentita nominare.

Non lo dico certo perché io sia un sostenitore di Organo Gold. Lo dico perché è un fatto, dati alla mano.

Organo Gold, in fase iniziale, ha saputo fare marketing meglio delle altre aziende. Riuscendo a vincere nella battaglia per accaparrarsi i distributori.

Infatti, qual è il networker che vince?

È quel networker, anche tra quelli che fanno solo passaparola, che riesce a comunicare in maniera più precisa l’idea che distingue la propria azienda dalle altre.

Vedi, l’attenzione di un potenziale cliente oggi è sovra-stimolata da tantissime informazioni, pubblicità ad ogni angolo.

Il suo tempo massimo di attenzione è di 9 secondi.

Anche se la pubblicità della tua azienda di network è figa, accattivante, o mostra Cristiano Ronaldo che beve il tuo prodotto, o Francesco Facchinetti che salta e balla sul palco alle convention aziendali, semplicemente questa immagine svanisce dalla testa del tuo potenziale cliente pochi secondo dopo aver visto quella “pubblicità”.

Anche se “colpisce”, dopo qualche istante viene messa in un cassetto e dimenticata, nella testa del tuo target, perché ad interrompere i suoi pensieri torna la chattata su WhatsApp, poi le bollette, il capo che gli urla di tornare a lavoro, ecc.

La tua azienda può essere figa quanto vuoi, ma se non porti la persona ad AGIRE entro quei 9 secondi, la percezione del tuo brand, e quindi il tuo lavoro, è inutile.

Ecco perché il marketing della tua azienda non funziona. Ecco perché Cristiano Ronaldo o Facchinetti non contribuiscono a riempire le tue tasche.

  • Hai mai visto i cartelloni di Cristiano Ronaldo per Herbalife?
  • Cosa tiene in mano? Sapresti dirmi cosa c’è dentro?
  • E cosa fa quel prodotto?
  • Qual è la soluzione offerta da quel prodotto?
  • Sapresti dirmi dove trovarlo, semplicemente leggendo il cartellone?

Sono tutte risposte che conoscono solo i distributori di Herbalife. Ma questo non ti aiuta, perché non è concepito per aiutare te. E’ concepito solo per far vendere più kit d’avvio all’attività.

Chi gestisce il marketing di Herbalife? Chi decide di pagare Cristiano Ronaldo per fargli fare due foto con il beverone?

Il direttore marketing. Che non è altro che un dipendente dell’azienda.

Cosa cerca di fare quel dipendente?

Di far felici i suoi capi per non perdere il posto di lavoro, e poter ricevere lo stipendio a fine mese.

Quando sono felici i suoi capi?

Quando sono felici gli investitori.

E come si rendono felici gli investitori?

Mostrando loro quanto sia figa l’azienda nella quale hanno investito, raggiungendo gli obbiettivi stabiliti, e facendo aumentare il fatturato dell’azienda.

Come si aumenta il fatturato di un’azienda nel network marketing nel modo più veloce possibile?

  • Attirando tanti nuovi distributori che acquistino il kit d’ingresso e magari facciano consumo mensile continuo.
  • Spingendo chi è già dentro a comprare di più.

Come si attirano tanti nuovi distributori che acquistino il kit d’ingresso?

Mostrando che c’è Cristiano Ronaldo come Testimonial.

Come si spinge chi è già distributore a comprare di più?

  • Facendoli sentire orgogliosi di avere un testimonial come ronaldo.
  • Lanciando continuamente nuovi prodotti, da far acquistare loro con offerte riservate strepitose, a prezzi a volte esorbitanti, che danno la sensazione che l’azienda sia in crescita e possa dominare il mondo come un impero.

Ho fatto l’esempio di Herbalife solo perché usa un testimonial noto ai più.

Ma questo non vale solo per Herbalife; vale anche per tutte le aziende che sono SpA, società per azioni, in mano ad azionisti. O puntino a fare profitto dalle attività in borsa, più che dal mercato dei clienti finali.

Il problema è che questo vale appunto per chi può investire tanti soldi, presi da altri (gli investitori), senza timore di restare a secco.

Non vale per te che vuoi fare un’attività da casa cercando di non sprecare soldi, specialmente in fase di avvio della tua attività.

Organo Gold in un particolare momento, negli anni passati, ha avuto un’esplosione pazzesca, perché ha focalizzato tutta la comunicazione sul concetto:

“Semplice come bere un caffè”.

Ha creato un sistema di marketing molto semplice: ovvero, ha detto di distributore in distributore:

“Tu vendi caffè; il 98% delle persone nel mondo beve il caffè. Conosci qualcuno che beve caffè? Quello è il tuo cliente. E a chi non beve il caffè, gli vendiamo il tè!”.

Organo Gold ha creato una linea di caffè e tè legati al concetto del fungo Ganoderma, come integratore.

Ora, ve lo dico da persona assolutamente distaccata, perché non mi interessa giudicare il prodotto.

Questa cosa del “semplice come bere un caffè”, com’è facile intuire, non serve affatto per vendere il prodotto; serve per tirare le persone dentro l’opportunità di network marketing, come distributore di quel prodotto; cioè i vertici dell’azienda hanno avuto l’intelligenza di usare il concetto di semplicità legato alla diffusione del prodotto, per vendere l’opportunità ai networker, anziché il caffè ai clienti.

Cioè dicevano:

“Guarda, tu non devi vendere, devi semplicemente dire questa cosa alle persone”.

Chiunque sentendo una frase del genere dice:

“Allora ci entro, perché è semplice da fare”.

Tuttavia, per iscriverti devi spendere qualche decina di euro per una fornitura di prodotti al Ganoderma, e di fatto crei fatturato per l’azienda.

L’azienda comincia a guadagnare da questa fornitura, e i distributori prendono una percentuale su quella fornitura, quindi ok, il prodotto esce dall’azienda, produce numeri, tutti sono contenti, ma il prodotto resta in casa di chi lo compra.

Perché ciò che non ti hanno detto è che è vero che tutti bevono il caffè, ma proprio perché si tratta di un mercato esistente da centinaia d’anni, il mercato del caffè ha già i suoi dominatori. Ha già i suoi leader di mercato.

E per poter entrare in un mercato già affollato, devi specializzarti in un sotto-mercato ben definito, e per farlo ti serve un Brand, un marchio distintivo che si rivolga ad un pubblico ben definito.

Per giunta, il caffè venduto da Organo Gold non potrebbe mai competere con l’espresso italiano. Né con il caffè americano.

Il caffè di OG rientra in una nicchia più piccola, una sotto-nicchia, quella del caffè solubile.

E chi domina il mercato del caffè solubile, se non Nescafè?

Non ho fatto l’esempio di Organo Gold a caso, perché abbiamo fatto un paio di conti con un’azienda che si occupa di statistica e si è visto che i distributori di Organo Gold in questo momento è l’azienda, fra le Big del settore, che pro-capite guadagna meno, mentre una azienda come Herbalife riesce a vendere per esempio circa 130 euro di prodotti ad ogni distributore.

Non a caso è in sofferenza da diversi mesi a questa parte, tanto da aver perso parecchi leader importanti. Non ha caso ha iniziato a espandere anche l’offerta dei prodotti disponibili, per cercare di fare cassa, come nell’esempio fatto prima per Herbalife.

Organo Gold ha fatto ottimo marketing per vendersi ai distributori con la leva della semplicità, ma non si è preoccupata di fare marketing per il prodotto per vendersi ai clienti, cercando un angolo di attacco che separasse il suo caffè solubile al fungo da tutti gli altri caffè solubili.

Purtroppo, il concetto di “caffè del benessere” non era un posizionamento abbastanza forte da cambiare realmente le abitudini di bevitori di caffè. Chi beve il caffè lo fa perché cerca la carica o la pausa, ma sa perfettamente che fa male.

Ecco perché focalizzarti sulla vendita di un prodotto chiave, e avere un posizionamento forte, che ti distingua da tutta la concorrenza esistente, sarà la scelta più saggia che tu possa mai fare nella tua vita.

E dovrai farlo a prescindere dall’azienda di network marketing in cui deciderai di iscriverti, e senza poter contare sul suo aiuto.

E una volta fatto,  potrai vendere tutti gli altri prodotti dell’azienda, senza preoccuparti di restare a secco di quattrini.

Se vuoi saperne di più, se sei già un networker, o vorresti diventarlo, allora clicca qui e scopri la crudele verità che le Multinazionali del Network Marketing NON vorrebbero MAI rivelarti.

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Antonio Russo
 

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